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REFLUSSO GASTRICO: LE BUONE ABITUDINI

  • osteopatadellacqua
  • 13 ago 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

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Il reflusso gastroesofageo è un fenomeno che colpisce moltissimi soggetti (anche i neonati!) ed è attribuibile ad una serie di fattori anatomo-funzionali e metabolici che comportano una risalita di liquido acido dallo stomaco verso l'esofago. I segni clinici possono essere molto netti come il dolore e il bruciore retrosternale o alla gola. Altri sono meno evidenti e chiari come dolore cervicale e dorsale, senso di peso allo stomaco e al torace, alito cattivo, erosione dello smalto, bruciore alla gola e raucedine.

Il dolore esofageo è legato al fatto che la mucosa interna dell'esofago, a differenza di quella gastrica, non è fatta per sopportare l'aggressione degli acidi gastrici.


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Il quadro clinico di pirosi gastrica può essere aggravato da un'ernia itale, una condizione anatomica per cui un piccola parte dello stomaco si ritrova risalita, attraverso il diaframma toracico, dall'addome alla cavità del torace. Questa condizione produce un peggioramento della tenuta dello sfintere esofageo inferiore (LES): ciò significa che il tappo superiore dello stomaco perde la sua capacità di trattenere i liquidi che così possono risalire verso l'esofago.

Il reflusso attualmente viene "curato" con gli Inibitori di Pompa Protonica (IPP) farmaci cioè che inibiscono la produzione di acido da parte della mucosa gastrica. Sono quei farmaci molto utili ma vanno utilizzati con estrema attenzione e purtroppo negli ultimi anni sono saliti prepotentemente nella classifica dei farmaci più venduti. Purtroppo esistono, come sempre, effetti collaterali e di rebound molto importanti che dovrebbero indurre ad un utilizzo mirato e consapevole. Ma la vera cura non è un tamponare il sintomo ma correggere alcune abitudini al fine di ridurre i meccanismi che generano i sintomi. Prima di tutto una corretta alimentazione che soprattutto nei periodi di "crisi" deve essere molto attenta. ovunque troverete come alimenti rischiosi il caffè e il the, la menta, aglio, gli alcolici e superalcolici, il cioccolato e la pizza a cui segue una serie di alimenti, e di accoppiamenti di alimenti,


molto varia.

Il mio consiglio è di ascoltare la propria pancia e imparare a identificare quali siano le cose che più ci fanno male e curarne l'assunzione. L'aiuto del gastroenterologo e del nutrizionista è molto prezioso.

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Il secondo consiglio è posturale: il ritorno di liquido è "gravità dipendente" per cui distendersi immediatamente dopo aver mangiato (magari anche alimenti liquidi come una zuppa) non è il massimo.

Questo vale anche per i neonati che soffrono di reflusso: alcuni bimbi hanno bisogno di stare molto tempo in posizione verticale per cui vale la pena prendere in considerazione l'uso di un baby wearing (marsupio, fascia...)

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L'aumento di pressione addominale aumenta il rischio di risalita: come un palloncino pieno, soprattutto dopo aver mangiato o bevuto in abbondanza, lo stomaco che soffre di beanza del LES, se viene schiacciato scaricherà la pressione verso l'alto.

Per cui attenzione agli sforzi e agli esercizi in compressione (vedi addominali in palestra). Piuttosto una camminata che ha anche il vantaggio di attivare l'intestino e il fegato per una migliore digestione.

La posizione a letto: molti mi dicono di mettere un doppio cuscino per dormire ma la posizione che spesso risulta è una chiusura dello spazio tra torace e addome, una compressione che, come detto prima, può essere controproducente.

Meglio quindi sollevare le gambe del letto alla testa o mettere un cuneo sotto il materasso (fatto anche di coperte piegate ma ci sono ottimi prodotti in vendita) così da avere un giaciglio con una pendenza meglio distribuita.

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Se proprio non riesci a dormire supino il consiglio è di prediligere il lato sinistro che si è dimostrata essere una posizione sfavorevole al ritorno degli acidi in esofago.

Respirare meglio è un altro consiglio. La fisiologia ci dice che una buona respirazione si accorda meglio con il meccanismo di apertura e chiusura del LES. Da qui possiamo anche dire che uno stato di stress acuto non solo crea disordine nell'attività gastrica mala genio sul diaframma respiratorio, aumenta anche la possibilità di soffrire di reflusso.

Sono molte le metodiche di respirazione che si possono approcciare e in studio spesso insegno come "tornare a respirare" anche per coadiuvare il percorso di trattamento del reflusso.


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Il trattamento osteopatico del reflusso è un ottimo aiuto in questo percorso fatto di piccole grandi correzioni delle abitudini di vita.

Infatti la risoluzione delle tensioni a livello diaframmatico, toracico e addominale crea un ambiente più funzionale per lo stomaco e per l'esofago.

Le tecniche di drenaggio linfatico e di modulazione neurologica inducono un abbassamento dell'infiammazione locale e una riduzione dei sintomi che possono fare da base per tutti gli accorgimenti di cui vi ho parlato.

l'insegnamento di esercizi di respirazione e mobilizzazione dei territori chiave (cervicale, torace, diaframma, dorso) sono gli strumenti che do ai miei pazienti per sostenere a casa il lavoro che si fa in studio.


Il reflusso è spesso associato a dolori muscoloscheletrici come cervicalgia e dorsalgia, dolore alla spalla sx, dolore toracico e che spesso sono il primo motivo di consulto in studio.


Per maggiori informazioni non esitare a chiamarmi. Sarò felice di darti tutte le risposte.




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Enrico Dell'Acqua Fisioterapista Osteopata DO

Fisioterapista iscritto n.148 Ordine interprovinciale della professione sanitaria di fisioterapista di Milano, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Monza-Brianza, Sondrio e Varese

CF: DLLNRC76P22A818N - P.IVA: 06312200964

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